di
Giuseppe Annunziata
Quando si parla di
diabete, si pensa subito a una di quelle
patologie distruttive e invalidanti, per la cui gestione sono richiesti sforzi
immani dal
paziente. In realtà, si tratta di una
malattia metabolica che,
ovviamente, richiede massima attenzione nel suo
management a causa delle
complicanze, spesso irreversibili, ma che può (e a mio avviso dovrebbe!) essere
trattata con la massima tranquillità e responsabilità da parte dell’operatore,
al fine di trasmettere al paziente le
giuste nozioni per gestire la propria
condizione, senza permettere a esso stesso di sentirsi vittima di un
atroce
destino, dal quale non si può tornare indietro. Un punto cardine è l’
alimentazione.
Benché sia risaputo che l’alimentazione giochi un ruolo chiave nel trattamento
del paziente diabetico, c’è da sottolineare che non è necessario pensare a una
dieta specifica che si discosti da quella
raccomandata per la popolazione
generale. Si tratta, dunque, di una
dieta bilanciata, varia e che assicuri il
giusto apporto di micro e macronutrienti (
60% di carboidrati, di cui il 20%
zuccheri semplici – 25% di lipidi – 15% di proteine). Personalmente, consiglio
di prediligere l’utilizzo di
alimenti a basso indice glicemico,
cereali
integrali,
fibre e fonti naturali di vitamine del complesso B (lievito di
birra, cereali integrali, legumi – soprattutto piselli e ceci – soia, frutta
secca a guscio – mandorle, noci – uova, carne, pesce, frutta e verdura fresche).
Recenti evidenze hanno, tuttavia, messo in luce l’importanza
di alcuni alimenti nel trattamento di alcune patologie. Tra questi, il lupino per il trattamento del diabete.
Vediamolo più da vicino.