Al fine di ridurre l'assunzione di grassi,
l'industria alimentare ha elaborato una strategia che consiste nell'utilizzare sostanze che abbiano caratteristiche
reologiche simili ai grassi ma con un apporto calorico inferiore o nullo.
Queste molecole, chiamate sostituti dei grassi, per poter essere integrate nei
cibi non devono interferire con le loro
proprietà organolettiche e, in base al prodotto al quale verranno
integrati, devono essere in grado di
resistere alle procedure di preparazione alle quali verrà sottoposto.
Si possono
distinguere due classi di prodotti
utilizzabili come sostitutivi dei grassi: i sostituti dei grassi e gli analoghi dei grassi.
I sostituti
dei grassi sono molecole di origine
naturale a base polisaccaridica o proteica e lipidi modificati.
I principali
sono: amidi, cellulose, pectine,
proteine, colloidi idrofilici, destrine e polidestrosio; in linea generale
i prodotti a base di cellulosa, alghe
marine e gomme sono prive di
contenuto calorico, mentre quelli contenenti amido e proteine apportano circa 4 Kcal/g.
La maggior
parte di queste sostanze è completamente
digeribile, inoltre essendo altamente idratabili inducono più rapidamente il
senso di sazietà.
Queste
sostanze possono essere utilizzate come sostituti dei grassi solo in prodotti
con un elevato contenuto di idratazione come ad esempio dessert o creme, e quindi non possono essere integrati in prodotti
come snack o biscotti.
Tra i
sostituti dei grassi più utilizzati nel commercio troviamo: polidestrosio, Simplesse® e
Raftiline®.
I lipidi modificati invece sono costituti da acidi grassi a catena corta e
lunga. Lo sviluppo di queste molecole è avvenuto grazie all'osservazione
che gli acidi grassi a catena corta,
con meno di 6 atomi di C, apportano una
quantità limitata di calorie, mentre quelli a catena lunga, con almeno 18 atomi di C vengono scarsamente assorbiti dall'intestino.
I trigliceridi a catena media invece sono costituiti
da acidi grassi da 8 a 12 atomi di C, apportano
circa 7/8 kcal/g e vengono rapidamente metabolizzati e trasformati in
energia.
La caratteristica
più importante è il fatto che possono
essere utilizzati anche nei prodotti a basso tenore di umidità, superando
quindi il limite dei sostituti dei grassi a base polisaccaridica o proteica.
Tra i più diffusi ricordiamo il Caprenin®,
il Salatrim® e il Captex810D®.
Gli analoghi dei grassi sono dei prodotti
di sintesi non metabolizzabili, o
solo parzialmente, dall'organismo umano e che presentano proprietà funzionali
identiche a quelle dei grassi.
In genere
queste sostanze sono termostabili, acaloriche
o ipocaloriche, capaci di fornire da zero a un massimo di 3 Kcal/g.
A questo
gruppo appartengono numerose molecole quali: Sorbestrin, esteri carbossilati dei glicerolo, PrOlestra e Olestra.
L'utilizzo
dei cibi light, progettati per
mimare le proprietà sensoriali del dolce e del grasso fornendo meno calorie, è
stato promosso come metodo per ridurre l'assunzione di cibo e il peso corporeo,
ma il loro utilizzo potrebbe interferire
con la relazione tra le proprietà sensoriali del cibo e il loro effetto sul
nostro organismo.
Gli stimoli oro-sensoriali provocano
infatti dei segnali nel nostro corpo
che lo preparano all'arrivo del cibo e
delle calorie. Questa fase serve per
preparare l’intestino all'arrivo del cibo in modo che ci possa essere un
efficiente utilizzo dell'energia. L'utilizzo
di cibi molto grassi, ma senza l'effettivo arrivo delle calorie, riduce la
validità di questa integrazione di segnali.
Uno studio statunitense condotto da docenti
della Purdue University, nell'Indiana, (Fat substitutes promote
weight gain in rats consuming high-fat diets, Behavioral Neuroscience, 2011) ha preso in esame gli effetti dei grassi sostitutivi sintetici,
utilizzati negli alimenti detti “light”,
o ipocalorici, in sostituzione di quelli tradizionali. Secondo quanto emerso
dalla ricerca, i grassi sostitutivi
sintetici potrebbero contribuire all’aumento di peso, sortendo quindi un
effetto opposto a quello desiderato.
La causa sarebbe da ricercarsi nell’interferenza degli stessi con la capacità
del corpo di regolare l’assunzione di cibo.
Lo studio è
stato condotto su 31 topi maschi che pesavano tra i 325 e 350 g al momento
dell'arrivo.
Durante il
test 2 gruppi di topi sono stati nutriti con cibi con un basso contenuto di
grassi mentre gli altri 2 gruppi
sono stati nutriti con cibi con un alto
contenuto di grassi.
Nello stesso
giorno in cui i topi sono stati divisi nei gruppi è iniziata l'assegnazione di
5 g di patatine fritte (a base di
Olestra), come supplemento alla loro dieta.
Le patatine
somministrate erano Pringles Original, Pringles con salsa agrodolce e Pringles
al gusto di cipolla (5.3 kcal/g) e le stesse patatine nella versione light
(2.65 kcal/g). Queste ultime contengono un grasso sostitutivo chiamato Olestra, che ha zero calorie e passa
attraverso l'organismo senza essere assimilato.
Gli altri
due gruppi hanno ricevuto patatine
normali metà dei giorni e patatine
con grassi sostitutivi l'altra meta dei giorni.
Per i primi
4 giorni i topi di questo gruppo hanno ricevuto una patatina per tipo in
sequenza ordinata mentre per gli altri 24 giorni l’ordine di somministrazione
del gusto e del contenuto in grasso era pseudo casuale, in modo che i topi non
ricevessero le stesso tipo di patatine per più di 3 giorni di fila.
Dopo 28
giorni è stata rimisurata la composizione
corporea ed è terminata l'assegnazione di patatine. Durante questo periodo
il peso era controllato tenendo
conto di tre parametri: dieta di base,
tipo di patatine consumate e numero di giorni.
Tutti gli
animali hanno poi seguito la dieta ricca
di grassi per 16 giorni.
Analisi dei
risultati hanno dimostrato che i topi
con una dieta ricca di grassi che consumavano patatine normali e con Olestra in
modo alternato mostravano un ingente aumento di peso dal giorno 23 al
giorno 28, comparati con topi che mangiavano solo patatine normali.
Nel periodo
successivo senza le patatine, l'aumento del peso corporeo era influenzato
dal tipo di patatine consumate in precedenza come anche dal tipo di dieta che
avevano seguito; nei topi che
avevano mangiato le patatine normali non c'erano differenze nell'aumento del
peso corporeo una volta interrotta l'assunzione di patatine, mentre i topi che erano stati nutriti con
le patatine con i grassi sostitutivi, quando erano stati trattati
successivamente con un regime ricco di grassi, mostravano un aumento maggiore
del peso corporeo rispetto a quelli che non avevano consumato le patatine
normali.
Il risultato
di questo esperimento dimostra che gli
animali che consumavano patatine in cui le proprietà sensoriali non erano
associate in modo attendibile con un elevato contenuto calorico, aumentavano
maggiormente di peso, mangiavano di più ed erano più grassi rispetto a quelli
che hanno consumato solo le patatine normali quando anche la dieta di base era
ricca di grassi.
Questi dati
sono concordi con l'ipotesi che gli
animali sono in grado di utilizzare le proprietà sensoriali del cibo per
predire il risultato del consumo di cibo e che una riduzione della validità di
questa relazione può portare ad un bilancio energetico positivo.
In base ai
dati raccolti, Swithers e colleghi, che hanno pubblicato i risultati sulla
rivista dell’American Psychological Association, ritengono che una dieta povera di grassi e calorie sia la
strategia migliore e più efficace per perdere peso che non il mangiare cibi
light che contengono sostituti sintetici dei grassi.
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