giovedì 9 aprile 2015

Allergie e intolleranze, confusione comune

di Andrea De Simone

Sempre più spesso si confonde la terminologia di base in fatto di intolleranze e allergie, utilizzando proprio quest ultima parola per indicare una sintomatologia diffusa e sempre più comune.
La realtà è ben più complessa, e i due processi completamente differenti.
Inoltre, indipendentemente dal fenomeno, vi è sempre un processo di ipersensibilizzazione ,ovvero saranno ipersensibili tutte le persone che presentano sintomi e segni particolari se esposti ad una sostanza di qualche tipo (alimentare, ma non solo, farmacologica, additivi e quant altro) .

ALLERGIA
L'allergia è definita letteralmente come "uno stato anomalo di reattivitò del sistema immunitario". Ciò accade quando il nostro organismo è esposto a sostanze (spesso innocue e riconosciute tranquillamente nella stragrande maggioranza dei casi) chiamate antigeni, che causano una reazione di allerta eccessiva immunologica, contrabbattuta grazie ad anticorpi. Terminato questo processo di "incubazione" , inizierà la "sensibilizzazione" vera e propria ,dove queste sostanze diventeranno allergeni , scatenando ogni volta una reazione allergica se entrano a far parte del nostro organismo.

Fondamentalmente distinguiamo due tipologie principali di allergia:

  •  IgE mediate : ovvero che causano la produzione di anticorpi chiamati Immunoglobuline E.
    Generalmente sono caratterizzate da una ipersensibilità immediata, ovvero i sintomi compaiono nel giro di minuti o poche ore, e spesso comprendono individui predisposti geneticamente alla sensibilizzazione di uno o più allergeni, fondamentalmente proteine, anche a basso dosaggio (è chiamata atopia, e il 60% dei bimbi con un'allergia di questo tipo, hanno almeno un parente di primo grado in simili condizioni).
  • IgE non mediate :in quanto il sistema immunitario produrrà altri tipi di immunoglobuline, fondamentalmente IgG e IgM, o ancora, altri tipi di proteine, cioè citochine, con attività citotossica e antifiammatoria. Comprendono spesso i bimbi in tenera età e possono comparire anche dopo diverse ore e giorni.
Tuttavia, nel caso di allergie alimentari, non tutte le proteine avranno la potenziale capacità di causare allergia, ma queste dovranno avere caratteristiche peculiari. Infatti parliamo principalmente di molecole proteiche che hanno alcuni tratti (chiamati epitopi ) strutturati in modo tale da allertare i linfociti del sistema immunitario con conseguente produzione di Ig specifiche. Inoltre, la maggior parte di esse sono termostabili e resistenti ai processi digestivi.. questo significa che sono incredibilmente resistenti, e posso arrivare intatte al sistema immunitario intestinale, causando quindi problemi sia con cibo crudo che cotto. Nel caso in cui non siano termostabili, avremo sintomatologia solo con cibo crudo e, conseguenzialmente, se gli allergeni vengono distrutti dagli enzimi digestivi, avremo solo sindromi orali allergiche, quindi localizzate solo ed esclusivamente nella bocca.

Il meccanismo di sensibilizzazione delle allergie IgE mediate, avviene in un modo preciso e caratteristico, che , come già detto in precedenza , non causa immediatamente i sintomi. Quindi avremo in sostanza una fase di sensibilizzazione primaria con produzione di anticorpi IgE e uno step successivo e secondario di ri-esposizione che causa i sintomi veri e propri. Sintetizzerò il processo attraverso questo schema:

                                        
                                              => Linfociti B => IgE con Mastociti
Allergene => Linfociti Th2  => Linfociti B => Eosinofili (IL-3 e IL-6)
                                              => Linfociti B => Basofili (IL-4)



L'allergene stimola i linfociti Th2 in primis a produrre IgE grazie ai linfociti B (fase di sensibilizzazione) . Successivamente , ogni qualvolta l'allergene si ripresente, si legherà ai mastociti con IgE, inducendo infiammazioni di vario tipo conseguentemente al rilascio di sostanze, come l'istamina. Altre sostanze di "attacco" , saranno prodotte anche da eosinofili e basofili, chiamate interleuchine
, con funzione tossica e da mediatore (di fatti gli stessi Th2 produrrano IL-4 ,5 e 13 come mediatori per linfociti B).

E' giusto menzionare inoltre, delle particolari tipologie di allergia, chiamate allergie crociate . Queste sono causate dallo stesso allergene presente in ALTRI alimenti, o addirittura, se l'allergene presente similarità di struttura con una determina proteina in questione. Gli esempi classici in questi casi sono ad esempio i trinomi latte di vacca - capra - pecora ; o ancora la pesca - mela - prugna ; o anche gamberi - altri crostacei o eventualmente merluzzo - altri pesci. Tuttavia in alcuni casi "più gravi", l'allergia può essere causata da allergeni apparentemente completamente diversi da loro, con origini diverse in tutto e per tutto ..La caratteristica di queste sostanze è di avere in comune proteine chiamate panallergeni ..Una classe di allergeni diffusa e che causa problemi di questo tipo è chiamata LTP.

Riconoscere tutte queste differenze ,può essere sempre difficile. In nostro aiuto ci sono diversi test utili al caso specifico delle allergie IgE mediate. Vediamo insieme quali :

- Prick by Prick : stesso procedimento del precedente ma vengono utilizzati estratti freschi degli alimenti in questione.. Questo serve per gli allergeni che si inattivano facilmente al calore.

- Dosaggio di IgE : il metodo è chiamato RAST e conta letteralmente la quantità di IgE del siero del paziente che si legano agli allergeni presenti


- Dosaggio di IgE con microarray


- Skin Prick Test (SPT) : il classico esame dell'ago che introduce estratti standardizzati di vari alimenti da saggiare nella zona sottostante all'epidermide.


- Prova di scatenamento : si sottopone il paziente ad una dose crescente di alimenti (ad intervalli regolari di 30 minuti) partendo da una minima quantità. Ci si ferma quando compaiono sintomi.


- Patch test : ..o test del cerotto. Classica routine dove vengono applicati dei cerotti che contengono allergeni specifici, generalmente sul dorso. Dopo 48-72 ore saranno tolti e analizzata la risposta della pelle.



INTOLLERANZAConcetto completamente diverso invece , è quello dell'intolleranza . Questa ha la caratteristica di non coinvolgere il sistema immunitario, e per alcune di esse il problema risiede proprio all'interno del nostro organismo. Ma in linea di massima , anche questo fenomeno presenta delle sue "varianti" che descriverò brevemente:


  • intolleranze alimentari per carenza enzimatica : il classico esempio dell'intolleranza al lattosio è quella più comune (vi rimando all'articolo specifico) . Il succo consiste nella mancanza o nella presenza minore degli enzimi appositi per la digestione del lattosio, o della componente in questione, all'interno della mucosa dell'intestino tenue.
  • intolleranze ad additivi alimentari : l'industri alimentare utilizza circa 350 additivi a livello globale. Noi ne ingeriamo circa 4 kg all'anno di cui un buon 80% derivante da processi industriali , e l'altro 20% da farmaci. Esaltatori di gusto, di sapidità, coloranti e chi piu ne ha piu ne metta (vi rimando all'articolo specifico Additivi alimentari) . Questi possono causare talvolta allergie, ma spesso anche intolleranze . Un meccanismo standard che scatena l'intolleranza , quindi il processo senza coinvolgimento del sistema immunitario, è l'inibizione di un enzima, ciclossigenasi-1, che fa si che si porti alla produzione di leucotrieni ,legati a processi infiammatori e/o a produzione di istamina correlata.
  • intolleranze ai salicilati :il 2.5% della popolazione europea è intollerante ai salicilati, in altri termini non tollera la presenza di acido acetilsalicilico contenuto ad esempio nell'aspirina, ma anche in alimenti come pepe, uva sultanina, senapa, semi di cumino e liquirizia. Il meccanismo è identico a quello delle intolleranze ad additivi.
Un riferimento d'obbligo infine, bisogna farlo alle cosiddette false allergie. Il processo è scatenato da sostanze/alimenti , che una volta assorbiti dal nostro organismo si comportano come farmaci. Questo è il caso delle amine biogene (istamina e tiramina in primis) , contenute ad alto dosaggio in tutti gli alimenti conservati, in scatola, pesce ,carne e prodotti che hanno subito fermentazione.
L'istamina normalmente viene trattenuta dalle mucina , per poi essere degradata enzimaticamente dal fegato. Tuttavia, se vi sono alimenti che ne apportano in quantità eccessiva (e quindi questa non viene degradata immediatamente) o alimenti con sostanze istamino-liberatrici (ovvero sostanze che induco basofili e mastociti a rilasciarla) essa può entrare in circolo, nel torrente ematico, causando infiammazione e sintomi ritenuti poi come vere allergie o intolleranze.

Anche qui, vi sono numerosi test per diagnosticare un'intolleranza alimentare (mi rifaccio all'articolo Intolleranze alimentari ) ..ecco le principali:

- Citotest : si effettua mediante prelievo di un campione di sangue che viene messo a confronto con una serie di sostanze alimentari; al microscopio viene, dunque, valutato il livello di rigonfiamento dei granulociti e classificato secondo quattro livelli di allergia (lieve rigonfiamento, discreto rigonfiamento, notevole rigonfiamento e rottura). Numerosi pareri critici sono stati espressi sul citotest a causa della mancanza di prove scientifiche che ne supportino la validità. Esiste, per altro, un grande dilemma legato al tipo di sostanze utilizzate per la diagnosi: la reazione può essere valutata correttamente solo usando sostanze idrosolubili (caffè zucchero sale ecc.), mentre l’uso di sostanze solide (frumento, formaggio, mais ecc.) o oleose, determina una reazione di rigonfiamento dei globuli bianchi del tutto indipendente dalla presenza di allergia.

- Alitest: segue gli stessi principi di svolgimento e parametri di valutazione del citotest.

 - Alcatest (Antigen Leucocytar Cells Test): successivamente ad un prelievo di sangue venoso vengono messi a confronto due campioni: uno posto a contatto con gli estratti alimentari, l’altro non esposto a tale contatto ed utilizzato come campione di controllo. I campioni vengono, quindi, analizzati per identificare alcuni parametri fondamentali – numero di granulociti e neutrofili, dimensioni cellulari e curve di distribuzione dimensionale – ed i grafici di tali dati confrontati per sovrapposizione. Un adeguato software, dunque, identificherà le reazioni con ciascun alimento classificandole in quattro categorie: alimenti non reattivi, alimenti con reazione moderata, alimenti con reazione grave ed alimenti con reazione estrema.

- Test kinesiologico: il fondatore della kinesiologia applicata è stato il Chiropratico George Joseph Goodheart Jr. che sperimentò il test muscolare, messo, poi, a punto dal Dr. Kendall. Il test muscolare, che consente di valutare la risposta del sistema nervoso della persona a fronte di differenti fattori di tipo strutturale, biochimico, emozionale ed energetico, è considerato il codice per comunicare al corpo, senza la mediazione della mente. Il paziente viene messo a contatto con estratti degli alimenti (attraverso contatto diretto con fiale che lo contengono o somministrazione sublinguale) e successivamente se ne valuta il tono muscolare: cali di forza od indebolimento muscolare suggeriscono la presenza di un’Intolleranza alimentare.

- Dria Test : rappresenta una variante del test Kinesiologico, nel quale la forza muscolare è rilevata da un computer mediante sensori collegati al paziente.

- Vega Test : test di bio-risonanza dove il paziente entra in contatto con delle fiale test attraverso un macchinario che ne identifica un eventuale intolleranza o sovraccarico.

- E.A.V. (Elettro-agopuntura secondo Voll): test di bio-risonanza che effettua misurazioni elettrofisiche in specifici punti di Agopuntura dislocati su mani e piedi. Le frequenze degli alimenti sono già memorizzate nel software. Secondo le teorie della fisio-bio-cibernetica, se si lascia passare attraverso un meridiano di Agopuntura una determinata corrente a bassissima tensione, questa deve entrare ed uscire invariata: il rilevamento di un indice di caduta suggerisce  la presenza di un «ostacolo» lungo il decorso del meridiano, quindi, un probabile difetto bio-energetico a carico dell’organo interessato. A questo punto, dunque, prendendo in considerazione quanto detto dal Prof. Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, il quale sostiene che ogni evento fisico precede sempre un evento chimico, non risulta impensabile sostenere che una suddetta caduta di energia suggerisca una prossima insorgenza di disturbi organici a carico dello stesso organo, magari ancora non evidenziati da relativi esami biochimici.


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Domande di rito ovviamente: quali possono essere i sintomi ?

Purtroppo i sintomi sono molteplici e davvero poco specifici , ecco il motivo principale della confusione tra intolleranze e allergia. E' compito del medico fare un'accurata anamnesi del paziente e dare un giudizio accurato riguardo la situazione globale, ed evitare in tutti i modi il fai-da-te !
Appurata la quasi non specificità dei sintomi (salvo situazioni specifiche come celiachia, o alcuni comuni come l'intolleranza al lattosio), eccone alcuni che possono rappresentare un campanello di allarme per farsi visitare: per quanto riguarda cute, orticaria, secchezza e rugosità pelle, nonchè eritemi ; pruriti e gonfiori agli occhi; rinite, disfonie, tachicardie e bradicardia; dolori e gonfiori addominali.

Si può guarire dall'allergia alimentare? ..e dalle intolleranze ?
Attualmente le allergie dei neonati tendono a scomparire col tempo, a differenza di quelle che hanno avuto la loro comparsa in età adulta. Al giorno d'oggi si stanno ottenendo grandi risultati con la desensibilizzazione orale , che consiste nel far assumere al paziente l'alimento che causa l'allergia in quantità minima, fino ad arrivare in maniera lenta e graduale, alle dosi consigliate giornaliere. Altre strategie sono ad esempio terapie anti IgE.
Per quanto riguarda le intolleranze invece, il discorso è diverso e dipende grosso modo dalla tipologia della intolleranza e dal suo livello di "gravità" e sviluppo. Generalmente gran parte degli intolleranti, tollerano minime quantità della sostanza incriminata, basta fare un esempio dell 80% degli intolleranti che tolleranti anche 12-15gr di lattosio al giorno. Discorso diverso invece per quegli intolleranti che mancano di enzimi specifici. Li in alcun modo il processo può essere reversibile, e deve essere trattato solo con opportuni piani alimentari che evitano l'elemento scatenante l'intolleranza, e eventuali farmaci integratori (come quelli per le lattasi) ..ecco perchè è necessario rivolgersi sempre ad uno specialista e mai fare una auto-diagnosi ..I possibili errori ,confusioni e situazioni simili sono sempre dietro l'angolo !


 



Fonti:

-Johansson S.G.O. "Revisione della nomenclatura delle malattie allergiche"

-Prescott S. "Early- life environmental determinants of allergic diseases and the wider pandemic of inflammatory diseases"


-Giannattasio M. "Valore alimentare, allergie e intolleranze alimentari" e "Additivi alimentari, una guida"

-Katthan J.D. "Potential Therapies for food allergy"


-immagini: web

 

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