venerdì 24 gennaio 2014

Celiachia, cosa mangiare e cosa evitare

di Vincenzo Catapano

E' qualche anno oramai che i soggetti affetti da celiachia sono sempre più in aumento. La celiachia è una malattia autoimmune dell' intestino tenue che disturba l'assorbimento dei nutrienti presenti negli alimenti. Infatti la celiachia è un disturbo alimentare che rende il soggetto permanentemente intollerante al glutine, una lipoproteina contenuta in alcuni cereali (frumento, farro, orzo, segale, kamut, avena, spelta, malto, etc.). Il glutine, ingerito da questi soggetti, compromette o demolisce i villi intestinali, i quali formano la mucosa dell' intestino. Più l' intolleranza non è adeguatamente curata e più l' intestino si danneggia; ciò può portare ad un alto tasso di intolleranza al lattosio e l'aumento della percentuale di comparsa di adenocarcinoma e linfoma all' intestino.
Questa intolleranza può comparire a qualsiasi età, anche se è considerata solita dell'età pediatrica e può emergere dopo un episodio stressante, come un' infezione intestinale. I sintomi associati sono diarrea o feci biancastre, morbide e grasse, spesso accompagnate da gonfiore, crampi e dolori addominali.
La terapia più adeguata è una corretta alimentazione senza glutine; talora alcuni farmaci aiutano contro l'infiammazione intestinale, e l'integrazione di vitamine (vitamina B12, vitamina D e vitamina K) e minerali (ferro, acido folico) può fronteggiare la malnutrizione causata dalla celiachia.
La ricerca scientifica è in continuo lavoro, ma tuttora non è stata trovata una vera e propria cura, se non un'alimentazione che escluda i cibi contenenti glutine.
Facciamo ora una distinzione, delle classi alimentari, tra i cibi permessi e non.

mercoledì 22 gennaio 2014

È l' ora del Tè

di Catapano Vincenzo


Per cominciare la giornata, o durante il pomeriggio mentre studiamo, o quando è sera e vogliamo conciliare il sonno, o semplicemente quando ne abbiamo voglia, è sempre il momento giusto per un buon Tè.

Oggi parliamo del Tè rosso africano, conosciuto anche con il nome afrikaans di "rooibos" o red bush, preparato dall' infuso di foglie di aspalathus linearis, pianta che appartiene alla famiglia delle leguminosæ. 

domenica 19 gennaio 2014

Probiotici, un aiuto per la nostra salute dal microscopico modo dei batteri

di Giuseppe Annunziata

Solitamente, quando si parla di batteri, si pensa a qualcosa di estremamente pericoloso per la salute, qualcosa da debellare prontamente, al fine di evitare lo sviluppo di serie patologie. Il più delle volte una simile concezione è corretta, in quanto numerosi sono i ceppi batterici patogeni, si pensi ai vari Vibrione del colera, ai Clostridi produttori delle tossine botulinica e tetanica, al Micoplasma pneumoniae che causa polmoniti atipiche, all'Helicobacter pylori causa, invece, dell'ulcera peptica gastro-duodenale, e così via... ma vi sono casi in cui i batteri, pur essendo simbionti dell'uomo (o di altri organismi eucarioti superiori), non ne sono dannosi, anzi, sono addirittura necessari alla sua sopravvivenza. E' questo, ad esempio, il caso del Bacillus turingensis che infetta le piantagioni di mais ma, anziché danneggiarle, addirittura le protegge dall'attacco del suo principale parassita (la piralide nel suo stadio larvale), producendo una tossina letale per lo stesso insetto, ma innocua per l'uomo. Ritornando, invece, al caso dell'essere umano, un gran numero di batteri vive, ad esempio, sulla nostra pelle proteggendola. Ma laddove la vera importanza dei batteri per la salute dell'uomo viene esplicata è nell'intestino. A questo livello vive una piuttosto ampia popolazione di batteri cosiddetti "amici dell'uomo" che, oltre a far mantenere un buono stato di salute generalizzato, contribuiscono al corretto sviluppo e funzionamento dell'intestino stesso e del sistema immunitario. Stiamo parlando degli arcinoti probiotici.