domenica 11 gennaio 2015

Multivitaminici, quando è troppo è troppo

del Dott. Andrea Deledda

Le pubblicità dei multivitaminici puntano a far pensare che le persone abbiano una carenza di  micronutrienti e che sarebbero più sani e protetti aumentando l'apporto di queste sostanze. Questo solitamente non accade in persone ben nutrite che seguano lo stile di vita mediterraneo e le linee guida INRAN.
Lo chiarisce una metanalisi (ossia un'analisi di più studi) pubblicata sulla prestigiosa rivista Annals of Internal Medicine, con parole inequivocabili: "The case is closed"— "Enough is enough" (che potremmo tradurre come "il caso è chiuso, quando è abbastanza è abbastanza". La rivista invita quindi le persone a non sprecare soldi per inutili integrazioni. Acido folico, vitamine del gruppo B, multivitaminici e minerali in generale non difendono da tumori, diabete e malattie cardiovascolari chi mangia già correttamente.
Qualche anno fa uno studio chiamato ATBC (alfa-tocoferolo e beta-carotene, rispettivamente vitamina E e provitamina A) fu addirittura interrotto perché stava aumentando l'incidenza di tumori al polmone nei fumatori.
Lo studio fu molto criticato perché si usarono vitamine di tipo sintetico, che inibiscono l'assorbimento di quelle naturali, e perché bisogna considerare tutto quello che c'è intorno alle vitamine, cioè tutte le sostanze presenti nei cibi ma non negli integratori che assicurano un effetto sinergico e un corretto assorbimento intestinale. In particolare veniva usata una sola forma di tocoferolo, quando poi nei cibi ne troviamo moltissime forme. Ma fu un primo passo contro la sovraintegrazione di vitamine non necessarie. 
Più recentemente lo studio CARDIA ha messo in evidenza che gli oli contenenti gamma-tocoferolo hanno, a livello polmonare, effetti potenzialmente proinfiammatori, quelli che invece contengono alfa-tocoferolo (olio d'oliva, di girasole) sono protettivi. Lo studio SELECT conferma l'aumento di incidenza del tumore alla prostata con l'integrazione di alfa-tocoferolo in maschi sani.
La somministrazione della vitamina A, sotto forma di alimenti, ha dato buoni risultati nel modello animale con danno polmonare, inducendo la rigenerazione degli alveoli, e si sta valutando l'applicabilità sull'uomo.
Possiamo insomma dire che appare molto più opportuno assumere vitamine con funzione  antiossidante come la natura ce le offre, dai cibi, in un mix che l'uomo difficilmente sarà in grado di imitare. L'obiettivo futuro della ricerca dovrà essere quello di stabilire in base al nostro profilo genetico la necessità o meno dell'integrazione, ma soprattutto quello di promuovere corretti stili di vita.

Bibliografia
  • Ann Intern Med. 2013 Dec 17;159(12):850-1
  • J Natl Cancer Inst. 1996 Nov 6;88(21):1560-70.
  • Respir Res. 2014 Mar 15;15:31
  • JAMA. 2011 Oct 12;306(14):1549-56
  • Thorax. 2009 May;64(5):451-7
fonte immagine: web

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