di Giuseppe Annunziata
Non è ricerca recente quella che vede protagonista il tanto amato Myrtillus vaccinium, il comune mirtillo. Secondo i ricercatori dell'Università del Mississippi, questo frutto di bosco sarebbe in grado di contrastare gli elevati livelli di colesterolo in maniera più efficace (o quanto meno simile) dei farmaci sintetici tradizionali, di certo, senza alcun effetto collaterale. L'effetto ipocolesterolemizzante sarebbe da ritrovare a livello di un antiossidante, il pterostilbene. Già ritrovata nell'uva ed abbondante nei frutti di mirtillo, questa molecola avrebbe una possibile azione anticancro e lipolitica. La sua azione è assimilabile a quella del ciprofibrato, composto ad azione ipolipidemizzante e principio attivo sintetico dei farmaci anti-colesterolo. Questo principio attivo non trova, però, applicazione su tutte le tipologie di pazienti e comporta non pochi effetti collaterali, quali nausea e mialgia. Il pterostilbene, invece, avrebbe un meccanismo d'azione mirato, a livello cellulare, attivando il recettore per la proteina PPAR-alfa che ha azione "brucia grassi".
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