domenica 17 settembre 2017

Birra, potrebbe aiutare a regolare i livelli di glicemia

A cura della Redazione

Bionda, rossa o scura... doppio o triplo malto, la birra è, senza dubbio, una delle bevande più amate e consumate al mondo. L'invito a consumarne un boccale in pieno regime di convivialità, infatti, si sostituisce graditamente al veloce caffè per una serata tra amici, piuttosto che per una chiacchierata tra colleghi.
Da non pochi anni, l'amata bionda sembra aver conquistato anche l'interesse della ricerca scientifica, che si è mossa nella direzione di elucidarne le proprietà o, quantomeno, gli effetti sulla salute umana.
A differenza delle altre bevande alcoliche, la birra contiene un quantitativo di alcol relativamente più basso, il ché ne permette il perfetto inserimento nelle raccomandazioni relative all'assunzione moderata di alcol. Numerosi studi hanno dimostrato come tale assunzione moderata, ai pasti, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, tanto da essere inserito tra le raccomandazioni di una sana e corretta alimentazione, nel pieno rispetto dello stile nutrizionale mediterraneo.

Come per il vino, tuttavia, la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato come gli effetti benefici della birra non derivino esclusivamente dalla presenza di alcol (che, per esempio, determina un aumento del colesterolo HDL, quello "buono"), ma anche dalla componente "non alcolica". Nella birra, tale componente è rappresentata dalle sostanze bioattive derivate dal luppolo, la magica pianta che, aggiunta al mosto di orzo e malto, conferisce alla birra il classico sapore amaro.
Secondo un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Critical Reviews in Food Science and Nutrition da parte di un team di ricercatori dell'Unità di Endocrinologia dell'AO Federico II di Napoli e del Dipartimento di Farmacia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, proprio questa caratteristica amaricante del luppolo potrebbe essere responsabile di un'altra importante proprietà benefica della birra, la regolazione dei livelli di glicemia.

<<Il sapore amaro della birra>> illustra il Dott. Giuseppe Annunziata, uno degli autori dell'articolo <<è dato dalla presenza di particolari composti, definiti appunto sostanze amare. Chimicamente si tratta di molecole polifenoliche che, una volta ingerite, stimolerebbero degli specifici recettori (TAS2R) a livello intestinale; questa stimolazione porta al rilascio di enterormoni (detti anche incretine), tra cui il GLP-1, che stimolano il rilascio di insulina.>>

Una ricerca innovativa, dunque, che potrebbe essere utile per chi soffre di alterazioni del metabolismo glucidico?

<<In realtà>> spiega il Dott. Annunziata << il nostro articolo è una revisione della letteratura scientifica, atta a supportare la nostra ipotesi che la birra possa essere in grado di regolare l'omeostasi glicemica. Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato il consumo moderato di birra determini una riduzione di alcuni marcatori biologici dell'omeostasi glicemica e come sostanze amare di varia natura siano in grado di interagire con questi recettori del gusto a livello intestinale, scatenando il meccanismo sopra descritto. La cosa interessante è che nel mondo molti ricercatori hanno intuito che la birra possa avere un effetto quantomeno "euglicemizzate", ma il vero meccanismo non è ancora chiaro. La nostra ipotesi spiegherebbe un approccio del tutto innovativo alla spiegazione di tale effetto. Ovviamente, prima di poter affermare con esattezza che la birra regoli la glicemia agendo sul rilascio di incretine, è necessario che vengano condotti studi clinici, opportunamente formulati e controllati. Con questo articolo abbiamo dimostrato la plausibilità biologica della nostra ipotesi che, se sarà confermata, rappresenterà senza dubbio una visione rivoluzionaria negli approcci nutrizionale e nutraceutico alla gestione dei dell'omeostasi del glucosio.>>

Ma perché proprio la birra e non un estratto di luppolo?

<<Durante il processo di birrificazione>> aggiunge Annunziata <<si assiste a una modifica della struttura chimica delle sostanze amare del luppolo, che le rendono più attive biologicamente. Bisogna ricordare, inoltre, che nella birra sono presenti modesti livelli di vitamine e sali minerali, oltre a una grande quantità di acqua. Questa caratteristica composizione fa della birra un armonioso contenitore di sostanze bioattive.>>

Gli Autori, chiaramente, non intendono incoraggiare il consumo di birra o di altre bevande alcoliche, ricordando gli effetti dannosi dell'eccessivo consumo di alcol. E' bene ricordare, inoltre, come il consumo di alcol, sebbene moderato, non può prescindere dall'adozione di uno stile di vita sano, caratterizzato da una corretta alimentazione e la pratica di esercizio fisico.

Barrea Luigi, Annunziata Giuseppe, Muscogiuri Giovanna, Arnone Angela, Tenore Gian Carlo, Colao Annamaria, Savastano Silvia. Could hop-derived bitter compounds improve glucose homeostasis by stimulating the secretion of GLP-1? Crit Rev Food Sci Nutr. 2017 Sep 14


Fonte immagine: web




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