A
quanti di voi è capitato di chiedersi “Perchè certe persone possono mangiare di
tutto senza ingrassare, mentre io devo stare perennemente a dieta?” Il
colpevole potrebbe essere il gene FTO (Fat Mass and Obesity Associated gene),
noto anche come gene dell’obesità.
La crescente attenzione
nei confronti della correlazione dieta-genotipo, concetto chiave delle
nutrigenomica, ha portato infatti alla scoperta di numerosi geni coinvolti nel
problema del sovrappeso; tra le scoperte più importanti vi è appunto quella del
gene FTO.
Questo gene è stato scoperto nel 2007, attraverso una meta
analisi condotta su 39000 individui. Analizzando i dati ottenuti si è scoperto
che il 16% delle persone omozigoti per la variante genica rs993929 del gene FTO
avevano in media 3 kg in più rispetto a chi non possedeva nessuna copia di
questa variante. (A Common Variant in the FTO Gene Is Associated with Body Mass
Index and Predisposes to Childhood and Adult Obesity, Science, April 2007).
All'interno del progetto
WTCCC (Welcome Trust Case Control Consortium), è stato svolto uno studio
dell’intero genoma che confrontava 1924 pazienti inglesi con diabete mellito
con 2938 pazienti inglesi di controllo per 490,032 SNPs (polimorfismi) ed è
stato dimostrato che i SNPs nella regione del gene FTO sul cromosoma 16 erano
strettamente associati con il diabete mellito tramite un aumento dell'IMC, come
confermato dal fatto che la correlazione diabete-FTO era eliminata da
miglioramenti dell'IMC.
Successivamente è stata
studiata la correlazione tra varianti del gene FTO e rischio di obesità in
19,424 adulti europei di età media compresa tra i 28 e i 74 anni e con un IMC
da 22,7 a 27,2 kg/m2 e in 10,172 bambini europei dai 7 ai 14 anni con un IMC
tra 16,1 e 19,2 kg/m2.
In tutti gli adulti è
stato rilevato che l'allele A di rs9939609 associato al diabete era correlato
con un aumento dell'IMC; in entrambi gli studi i portatori di 2alleli A avevano
un IMC > degli individui eterozigoti.
A questo punto è stato
confrontato se la presenza del SNP rs9939609 favorisse lo sviluppo di una
condizione di obesità e sovrappeso, piuttosto che una condizione di normopeso.
In tutti gli studi l'allele A era associato ad un maggior rischio di essere in
sovrappeso/obesi.
Infine gli studiosi
hanno preso in esame a quale età si manifestasse l'associazione tra il SNP
rs9939609 e l'aumento dell'IMC. Per farlo hanno preso in
analisi due gruppi, uno di 7477 bambini inglesi dell' Avon Longitudinal Study
of Parents and Children (ALSPAC) di età compresa tra i 7 e gli 11 anni e uno di
4320 bambini del nord della Finlandia di 14 anni.
Ne hanno concluso che la
variante non è associata con cambiamenti nella crescita fetale ma con
cambiamenti nell'IMC a partire dall'età di 7anni, cambiamento che persiste poi
nell'adolescenza e nell'età adulta.
Tramite i risultati ottenuti da un
altro studio (The Obesity-Associated FTO Gene Encodes a
2-Oxoglutarate-Dependent Nucleic Acid Demethylase, SCIENCE, NOVEMBER 2007) si ipotizza che il gene FTO
possa agire o regolando la trascrizione dei geni coinvolti nel metabolismo
tramite demetilazione di acidi nucleici o interferendo con l’attività degli
enzimi riparatori di acidi nucleici; questo perchè ci sono ricerche che dimostrano che
interruzioni nei processo di riparazione del genoma portano a obesità e
sindrome metabolica.
Cosa fare dunque se si
ha il gene?
Due
studi pubblicati quasi contemporaneamente su Plos Medicine e sul Journal of
Nutrition offrono due soluzioni per contrastare gli effetti del gene FTO.
In
primo luogo è stata evidenziata una correlazione tra attività fisica e effetti
del gene; è stato dimostrato che il rischio di obesità dovuta al gene è
attenuato del 27% negli adulti che svolgono attività fisica. (Physical Activity
Attenuates the Influence of FTO Variants on Obesity Risk: A Meta-Analysis of
218,166 Adults and 19,268 Children, Plos medicine, November 2011)
I
ricercatori hanno poi cercato di individuare se vi fosse una correlazione tra
fattori nutrizionali ed effetti del gene FTO.
É
stato rilevato che il consumo di cibi contenenti molti acidi grassi saturi,
come ad esempio latticini o insaccati, sembra avere un forte impatto
nell'associazione tra IMC e FTO nella popolazione americana. (A high intake of saturated fatty
acids strengthens the association between the fat mass and obesity-associated
gene and BMI, Journal of nutrition,
December 2011)
Fonte immagine: web
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