Usciti dal lungo torpore tipico della stagione invernale, la primavera si presenta come un momento di rinascita: gli alberi tornano a fiorire, il sole a splendere nel cielo ed, allo stesso modo, l’organismo si rimette in moto, attivando il metabolismo rimasto silente per lunghi e freddi mesi. L’alimentazione ipercalorica e riscaldante tipica dei periodi invernali, oltre a farci prendere qualche chilo di troppo, ha avuto l’onere di sovraccaricare l’organismo di una grande quantità di tossine che, per la natura fisiologica dell’organo, si accumulano a livello del fegato, rappresentando la principale causa di una spiacevole sintomatologia caratterizzata da astenia mattutina, stanchezza, sonnolenza postprandiale, cefalea, apatia, irascibilità, gonfiore addominale, difficoltà nella digestione. Un importante interessamento si ha anche a livello della pelle che si presenta opaca e grigiastra, talvolta, con la comparsa di brufoli o punti neri. Tale sintomatologia, in uno scenario più olistico, e nella fattispecie, riferendosi alla millenaria Medicina Tradizionale Cinese, rientra il quadro clinico definito “vuoto di fegato”, che indica una condizione di mancanza di Qi (energia vitale) a questo stesso organo. Sia la Fitoterapia classica che quella cinese o la stessa medicina occidentale, affronta questo tipo di problematica agendo proprio a livello dell’organo interessato, attuando protocolli di depurazione. Ma in che modo agire?
Ma oltre al trattamento diretto dell’organo, sarebbe utile seguire alcuni consigli più generali, sia alimentari che comportamentali. Molto utile, al fine di eliminare dall’organismo le scorie, sarebbe assumere centrifugati di frutta e verdura, depurativi e ricchi di Sali minerali e vitamine. Da non sottovalutare, poi, l’importanza dell’attività fisica, chiaramente non necessariamente agonistica, ma costante: una passeggiata quotidiana di 20-30 minuti, è l’ideale per rimettersi in forma senza grossi sforzi.
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