Tra le varie metodiche utilizzate dai nutrizionisti per la
valutazione dello stato nutrizionale, una delle più precise e veloci è la bioimpedenziometria (BIA). Si tratta di
un metodo non invasivo per determinare la composizione corporea, valutando la
resistenza che il corpo oppone al passaggio di una corrente elettrica
alternata, basse frequenze (< 5kHz) o alte frequenze (50 kHz). Ovviamente, la
corrente, iniettata mediante l’applicazione di elettrodi sul dorso di mano
e piede, non è dolorosa né percettibile. Tale corrente, attraversando le
strutture corporee, subirà un calo di intensità, il cui segnale viene trasmesso
ad un trasduttore collegato ad un computer che raccoglie i dati convertendoli
in misure corporee.
BIA e composizione corporea
BIA e composizione corporea
La composizione corporea è strettamente correlata allo stato
di salute del soggetto: una composizione corporea in cui prevalga il tessuto
adiposo, aumenta i fattori di rischio per l’insorgenza di patologie
cardiovascolari e/o metaboliche.
Teoricamente, la bioimpedenziometria si basa su due concetti
fisici: l’acqua è un buon conduttore di corrente; il grasso è un quasi perfetto
isolante. Da un punto di vista biologico, la Massa Magra (o FFM – Free Fat
Mass) contiene una maggiore quantità di acqua ed elettroliti, rispetto alla Massa Grassa (o FM – Fat Mass).
Tramite il bioimpedenziometro (strumento per effettuare l’esame) viene, come
detto sopra, misurata la resistenza che il corpo oppone alla corrente
iniettata: dal valore dell’impedenza corporea (ed in base a quanto sia sofisticato
il macchinario) si risale alla composizione corporea e, nello specifico, al
contenuto di acqua corporea totale (o TBW – Total Body Water), FFM, FM, Massa
Magra Secca (proteine muscolari, glicogeno epatico, minerale osseo),
metabolismo basale del paziente e peso corporeo ideale.
Quando è utile
effettuare l’esame
Di norma, nel corso di qualunque terapia dietetica. Una
diminuzione dell’introito calorico giornaliero determina alterazioni del
metabolismo che vengono fronteggiate dall’organismo “bruciando” tessuto
adiposo. In determinate circostanze, però, possono essere mobilitate riserve
aminoacidiche, con conseguente deplezione del tessuto muscolare. In questo
caso, è necessario che il nutrizionista tenga sotto stretta osservazione la
composizione corporea del paziente, così da modificarne la dieta assegnata.
Un’altra situazione utile per sottoporsi all’esame della BIA
è per accertarsi che, in corso di dietoterapia, l’andamento non rifletta un
cosiddetto falso dimagrimento, perdita esclusiva di liquidi, senza variazioni
del contenuto di Massa Grassa.
Preparazione
all’esame
Per ottenere un risultato dell’esame quanto più preciso ed
attendibile è necessario che il paziente:
- sia a digiuno e senza bere da almeno 4 ore ed a vescica vuota
- non abbia svolto attività fisica nelle 12 ore precedenti all’esame
- non abbia consumato alcol dal almeno 48 ore
- non abbia fatto uso di diuretici da almeno 7 giorni
Bisogna, inoltre, tener presente che il periodo
pre-mestruale determina una modifica dell’equilibrio idrosalino dell’organismo,
pertanto, è utile comunicare all’operatore in che fase ci si trovi.
Il paziente sarà collocato sul lettino con le gambe
leggermente divaricate, senza monili metallici e con i piedi bene asciutti,
possibilmente nudi.
Quali sono i vantaggi
della BIA
L’esame è molto semplice e non richieste particolari
manualità ed abilità dell’operatore; offre al nutrizionista una panoramica
globale relativa alla composizione corporea di pazienti in condizioni
fisiopatologiche e negli atleti, così da poter prescrivere la dieta più
adeguata al caso.fonte immagine: web
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