di Giuseppe Annunziata
Fame nervosa e compulsiva, ossessione per il cibo, bulimia. Sono questi alcuni fra i principali e più diffusi disturbi dell'alimentazione che affliggono una importante fetta della popolazione mondiale. Il più delle volte la causa è da ricercare in momentanee situazioni di stress, altre in vere e proprie compromissioni psichiche che finiscono col diventare un disagio per chi ne soffre. Oltre alle conseguenze meramente organiche, dovute alla smodata introduzione di cibo di ogni tipo e qualità, da non sottovalutare sono anche quelle psicologiche che spingono all'affannosa ricerca di qualcosa con cui alimentarsi, facendo, in questo modo, perdere il vero senso della nutrizione in quanto tale.
E' recente notizia la scoperta, messa a punto da un team di ricercatori italiani, della possibile cura per la cosiddetta "sindrome delle abbuffate compulsive". La chiave di volta di questa ricerca sta nella scoperta del responsabile di questo irrefrenabile desiderio di alimentarsi, l'ormone dell'ansia CRF che, se inattivato, spegnerebbe il medesimo desiderio. E' stata, peraltro, individuata una molecola, già utilizzata in caso di depressione, in grado di svolgere questa azione.
Lo studio, effettuato su ratti resi "cibo-dipendenti", ha sottolineato la possibilità di contrastare questa "smania alimentare" bloccando, proprio mediante l'inattivazione di CRF, l'ansia dovuta all'astinenza da cibo. Il CRF, di fatto, aumenta nell'amigdala, il centro che genera l'ansia, durante tale astinenza. "Iniettando una molecola che blocca CRF" spiegano gli stessi ricercatori "i ratti smettono di essere ansiosi e non sentono più l'esigenza di abbuffarsi. Iniettando, invece, un farmaco antagonista del CRF nell'amigdala, riusciamo a bloccare completamente sia le abbuffate compulsive sia l'ansia generata dall'astinenza dai cibi appetitosi."
Chissà che non sia stata aperta una strada alla cura della fame nervosa!
(fonte: laRepubblica.it - Salute)
(fonte immagine: web)
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