Avete mai visto un bambino tentare di far entrare
la formina della stella nel vano del rettangolo e poi in quello del cerchio e
infine nel quadrato, prima di riuscire ad associarla correttamente e farla scivolare
giù nell’apertura uguale a forma di stella ?
Per tentativi ed errori quel bambino sta
imparando a distinguere e riconoscere le forme geometriche e, più avanti
riuscirà perfino a nominarle. L’attitudine ad apprendere è la più singolare
caratteristica umana: si apprende facendo, vedendo, ascoltando, giocando.
Attraverso il gioco il bambino cresce, realizza le sue potenzialità, le
sviluppa, le unisce, le coordina, le elabora senza averne alcuna
consapevolezza, ma solo per il puro piacere di giocare. Chi guarda un bambino
mentre gioca può intuire quali siano le sue prime forme di apprendimento, il
suo livello di crescita e la maturazione raggiunta. Mentre gioca, un bambino
manifesta il suo modo interiore meglio di quanto potrebbe fare verbalmente e, al
tempo stesso, mette in evidenza attraverso l’attività ludica, la sua esigenza
di comunicare e di socializzare. Il gioco-movimento rappresenta la base per un
corretto sviluppo della motricità che porterà il bambino ad avere piena
coscienza de proprio corpo ed essere in grado di muoversi a proprio agio nello
spazio circostante. All’interno dei giochi, anche i più semplici, si possono
acquisire schemi motori, capacità coordinative, abilità motorie che consentono
al bambino di “crescere fisicamente” in modo armonico e completo e, se pur
inconsapevolmente, di generare un’alfabetizzazione motoria. Ma il gioco può
essere inteso non solo come movimento fisico finalizzato a sviluppare le
capacità e gli schemi motori, ma anche come attività esplorativa, d’espressione
e di relazione interpersonale e sociale perché con tutte le sue sfaccettature
permette di imparare le prime semplici “ linee guida” della vita quotidiana, il
rispetto delle regole, quali: avere pazienza, rispettare il proprio turno,
perseguire l’obbiettivo con determinazione, dare il meglio di se, accettare le
sconfitte, e gioire delle vittorie proprie anche di quelle altrui.
Giochi nei quali il bambino abbia la possibilità
di divertirsi e interagire con i suoi coetanei, preferibilmente all’aria
aperta, in grandi ambienti, in cui viene dato spazio alla sua immaginazione e
alla sua creatività. Giochi che gli permettono di sperimentare e di sbagliare,
di “cadere” e di farsi male, di rialzarsi e di ricominciare. E’ nel giocare che
il bambino sperimenta con successo la possibilità di intervenire attivamente
sugli elementi che lo attorniano.
Dal 2003 io e alcuni colleghi abbiamo strutturato
un percorso formativo chiamato EMOtricità…
Cosa è
l’ EMOtricità?
EMOtricità è una forte provocazione alla disattenzione che la
società moderna e, soprattutto, la scuola italiana che attua nei riguardi
dell'educazione motoria, disconoscendo il potente impatto che questa può avere
in età evolutiva, e sui soggetti anziani (EMOgeromotricità),
specie sull'apprendimento del leggere, dello scrivere e del far di conto.
Emozione
Mai nulla è
stato mosso dall’uomo se non allo scopo di emozionarsi o perché precedentemente
emozionato. L’emozione è il fondamento di tutte le azioni umane e se sapientemente
“suscitata” sarà la “chiave di volta” di una efficace docenza a beneficio dei
discenti.
Motricità
L’educazione motoria contribuisce
allo sviluppo di tutte le aree della personalità: oltre ai progressi sul piano
fisico e sul piano cognitivo, essa contribuisce alla maturazione emotiva, alla
socializzazione degli allievi ed ad un sano agonismo con gli altri. Il corpo non deve essere considerato una parte
dell’individuo da mortificare affinché lo spirito sia esaltato, esso è, invece,
la condizione dell’essere al mondo, un valore primario dell’esistenza, uno
strumento raffinato che ha contribuito al progresso civile dell’umanità. Il corpo
è una struttura complessa, che pulsa e si muove: il movimento è condizione
primaria per la sua funzionalità ed efficienza. Il movimento finalizzato
educato non solo soddisfa le esigenze di mantenimento e sviluppo fisico, ma
alimenta e potenzia le altre aree della personalità. Svolgere attività motoria chiaramente
finalizzata (nel movimento finalizzato rientra il gioco-sport e lo sport destrutturato)
significa utilizzare un linguaggio specifico, che, come gli altri linguaggi,
consente di esprimere l’interiorità individuale, di realizzare i propri intenti
comunicativi e di interagire con gli altri. L’Attività Motoria è la possibilità gioiosa di
misurare l’efficienza della propria corporeità, occasione per essere con
l’altro, situazione organizzata in cui il singolo realizza l’integrazione nel
gruppo e apprezza il contributo degli altri per esprimere compiutamente le sue
potenzialità. Per queste ragioni
fondamentali, e non solo, noi tutti dovremmo apprestarci a rivalutare
sostanzialmente l’educazione motoria. Ad esse si aggiungono alcune pressanti
esigenze, proprie dei nostri giorni, come quella di salvaguardare, anche
mediante l’educazione motoria, la salute del corpo dei giovanissimi,
particolarmente per quelli meno fortunati, e per quelli che vivono in aree
geografiche carenti di impianti e di attrezzature.
Ultima cosa, ma non meno
importante, non bisogna mai
sottovalutare l’alimentazione del bambino nella fase della crescita. Negli
ultimi anni l’aumento dei bambini in sovrappeso ha delimitato quella concezione
del mangiare, tipicamente italiana, facendola sfociare da almeno dieci anni in
quella che si chiama Obesità
Infantile. La prevenzione è importante ma all’occorrenza un buon
Nutrizionista specializzato in obesità infantile può dare sicuramente un
apporto significativo nella fase della sua maturazione motoria.
Immagine fornita dall'autore
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