venerdì 28 febbraio 2014

Rettocolite ulcerosa - Morbo di Crohn

di Giuseppe Annunziata

Si tratta di una malattia infiammatoria cronica che colpisce la mucosa dell'intestino tenue, a livello dell'ileo terminale, ma, più comunemente, la regione maggiormente colpita è quella dell'intestino crasso, in particolare colon discendente e retto. Questa parte dell'intestino (il retto) è sempre coinvolta nel declinare della patologia, almeno a livello istologico, con lesioni che si estendono in maniera continua ed uniforme e con decorso cronico intermittente.
Eziopatogenesi: la mucosa, sede del processo infiammatorio che la ispessisce e porta  alla formazione di rilievi, appare macroscopicamente arrossata, granulare, friabile e facilmente sanguinante; si possono, nella fase acuta, osservare numerose ed ampie ulcerazioni della mucosa del colon. Il grave danno subito a livello della tonaca muscolare e dei plessi nervosi può portare, nei casi più gravi, ad una perdita della funzione neuromuscolare, il che comporta una situazione di megacolon tossico con progressiva gangrena e dilatazione dell'organo. E', dunque, comprensibile una conseguente tendenza delle anse intestinali a contrarre aderenze infiammatorie con i visceri circostanti con la formazione di fistolosi di difficile trattamento. Il progredire della patologia porta, quindi, alla formazione di ulcerazioni che si estendono nella sottomucosa e che si risolvono favorendo l'insorgenza di displasia dell'epitelio con avanzamento di carcinoma.
L'eziologia di tale patologia è ancora sconosciuta. Tuttavia, ad essa sono stati correlati alcuni agenti scatenanti di interesse genetico, quale una forte tendenza alla familiarità, conclamati fattori immunologici o infettivi e l'uso di contraccettivi orali che sarebbero in grado di scatenare la malattia.


Sintomatologia: la malattia esordisce in età adolescenziale o giovane-adulta, con un picco di incidenza tra i 25 ed i 40 anni. I sintomi caratteristici sono: dolore crampiforme all'addome a simulare un'appendicite acuta; mucorrea e tenesmo rettale; sanguinamento rettale, con tracce ematiche vernicianti o frammiste alle feci; diarrea, in alcuni casi emorragica. Ne consegue, quindi, anemia ipocromica sideropenica, calo ponderale (nell'adolescente, accompagnato da arresto della crescita e rallentamento dello sviluppo sessuale), ipercatabolismo con squilibrio matabolico ed elettrolitico. Altri sintomi della rettocolite ulcerosa possono essere febbre e tachicardia o manifestazioni di origine autoimmune, quali compromissione della funzione epatica, flogosi dei segmenti anteriori dell'occhio, manifestazioni infiammatorie articolari, litiasi biliare e urinaria, fistole anali multiple e recidivanti.

Terapia: per il trattamento di questa patologia, la Fitoterapia suggerisce essenzialmente due piante: la Boswellia serrata e l'Uncaria tomentosa.
  1. La Boswellia serrata è un albero originario dell’India dal quale è estratta una gommoresina costituita per il 16% da un olio essenziale contenente terpeni, acidi boswellici e polisaccaridi. Gli acidi boswellici agiscono da inibitori selettivi della 5-alfa-lipossigenasi, enzima deputato alla sintesi dei leucotrieni; in particolare, l’acido cheto-ß-boswellico inibisce l’attività dell’elastasi leucocitaria, coinvolto nei processi infiammatori cronici. L'attività della Boswellia s., quindi, è curativa oltre che sintomatica. Due studi clinici condotti dapprima sugli animali, poi sull'uomo hanno evidenziato rispettivamente: miglioramento dei danni istologici della mucosa ileale e diminuzione del 90% dell'adesione di leucociti (studio indiano effettuato su ratti); miglioramento (dell'82% con Boswellia s. rispetto al 75% con sulfasalazina) di aspetto e caratteristiche delle feci, risultati della microspopia a scansione di biopsie rettali e di parametri biochimici quali emoglobina, sideremia, calcemia, fosforemia, proteinemia e livelli totali di leucociti ed eosinofili (studio indiano effettuato su 40 pazienti affetti da rettocolite ulcerosa di II e III grado). Possibili interazioni con warfarina.
  2. L'Uncaria tomentosa è una pianta sudamericana usata per il trattamento della gastrite e dell’artrite; trova anche impiego come immunostimolante, antiossidante ed antinfiammatorio. La tradizione dei curanderos peruviani attribuisce a questa pianta effetti benefici in caso di affezioni respiratorie, malattie artritiche, virali e da raffreddamento, sindromi infiammatorie gastrointestinali (gastriti, parassitosi, dissenterie). Ad oggi, studi clinici evidenziano un'importante azione antinfiammatoria dell'Uncaria t. su patologie infiammatorie croniche (tra cui la rettocolite ulcerosa). Tale azione antinfiammatoria è palesata dalla capacità di inibire il fattore di necrosi tumorale, TNF-alfa, (indotto, in vitro, da lipopolisaccaride - LPS 0,5 microg / ml) che svolge un importante ruolo nella regolazione delle cellule del sistema immunitario ed è il principale mediatore chimico dell'infiammazione.

Dietoterapia: nelle forme più acute l'alimentazione orale va sospesa, o eventualmente limitata ad acqua e the, e rimpiazzata da alimentazione parenterale, integrativa o sostitutiva. Quando l'alimentazione per via orale diviene nuovamente possibile, si istaura un regime dietetico che preveda l'assoluta eliminazione di latte e derivati (formaggi fermentati e grassi) e cibi ad alto residuo, tra cui verdure (asparagi, barbabietola, cavolfiore, cavolo, cipolla, fagioli, pomodori, porro, rabarbaro, spinaci) e frutta (soprattutto agrumi e banane); eliminazione o limitazione del consumo di insaccati, pane fresco integrale e no, alcolici e superalcolici, carni grasse, pesci grassi, crostacei e molluschi, uova, lardo, strutto,pasticceria elaborata, cacao e cioccolato, curry, noce moscata, pepe, peperoncino, spezie,caffè, tè, Coca-Cola e bevande contenenti caffeina, bibite gassate. Sono invece consentiti, ma pur sempre in moderate quantità, pane tostato, cracker, fette biscottate, grissini, carote, finocchi, insalata, melanzane, zucchine, carni bianche o rosse magre, preferibilmente cucinate ai ferri o tramite cottura al vapore, prosciutto sgrassato (sia crudo che cotto), pesci magri lessi o grigliati, avena, orzo, yogurt e alimenti probiotici in genere (quando non vi sia intolleranza al lattosio).
Si consiglia, inoltre, di seguire alcune basilari norme di corretta alimentazione che prevedono la preferenza verso piatti semplici e non elaborati; evitare le fritture; bere un po' più del normale, soprattutto in caso di diarrea, utilizzando liquidi a temperatura ambiente; evitare l' assunzione smodata di cibo e consumare piccoli pasti da ripetere costantemente durante la giornata, cercando di farlo sempre ai medesimi orari, così da regolarizzare l'orologio biologico; masticare i cibi lentamente ed a lungo e consumare i pasti in condizioni di tranquillità, senza, dunque, essere pregni, o anche solo lontanamente toccati, da emozioni negative di qualunque natura.

(tratto da: Tesi per Master in Fitoterapia ed Erboristeria "Approccio olistico alle Intolleranze alimentari" - candidato Giuseppe Annunziata)


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(fonte immagine: web)

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